Amore e vita
(Al di là del cuore 056)
Il senso dell'amore, il senso della vita.
Due domande eterne per l'umanità.
Perché esisto, perché non sono eterno?
Che senso ha una vita che finisce?
La religione ci insegna che dopo c'è il Paradiso
ma al di là di quello che si dice nessuno ci crede veramente,
nessuno ha fretta di morire per andare in Paradiso,
mentre si crede molto di più nella felicità di una vacanza in un mare tropicale
anche se sappiamo benissimo che per quanto possa essere bella,
una vacanza non può dare un senso ad una vita.
Non possiamo capire il senso della vita se non capiamo il senso della morte.
Viviamo pensando di essere eterni anche se sappiamo di non esserlo.
Ma ogni giorno della nostra vita presuppone che esisteremo anche domani mentre non è così.
Ed è questa contraddizione che ci fa temere la morte.
Viviamo con la paura di morire senza accettare che invece è una certezza.
Non possiamo affrontare la corrente di un fiume
senza pensare alle rapide che sappiamo attenderci poco più a valle.
Il nostro percorso deve essere tutto in funzione di quelle rapide,
altrimenti sarà tutto inutile.
Allora, se le rapide sono la morte,
dobbiamo vivere per morire.
Esatto.
Ma dobbiamo capire bene il senso di questo.
Innanzi tutto vivere per morire è completamente diverso da morire per non vivere.
Chi muore per non vivere non accetta la vita e si rifugia nella morte
sperando che oltrepassando questa porta possa stare meglio di come stava prima.
Vivere per morire significa accettare la morte e dargli un senso,
un senso collegato alla nostra vita.
La morte fa parte della vita, altrimenti saremmo eterni.
Proprio perché fa parte della vita
la morte deve avere un senso nel nostro programma di vita.
La morte è l'unica cosa di cui possiamo essere veramente sicuri
e proprio per questo è un elemento basilare della nostra vita,
ne è il fondamento.
Voglio parlare della morte anche in senso laico,
non per mancanza di fede, ma perché la fede è una conquista
che deve maturare e crescere in noi
e si fonda sulle nostre convinzioni.
Su queste basi, per alcuni, appoggia la fede.
Non dimostrano la fede, altrimenti non sarebbe tale,
ma ne costituiscono il sostegno.
Proviamo ora ad allargare lo sguardo
al di là della nostra singola esistenza e del tempo scandito dal nostro orologio.
Possiamo trovare un senso nella storia.
Pensiamo agli eroi che sono morti per rendere migliore la vita degli altri,
per salvarli dalla distruzione o dai pericoli.
Possiamo trovare un senso nella scienza.
L'inventore che scopre un nuovo farmaco che salva le vite,
o che inventa un nuovo giocattolo che fa sorridere i bambini.
Ma anche un senso nelle vite semplici,
delle persone che non diventano famose,
ma che comunque nella loro vita rendono migliore quella degli altri,
magari con un sorriso, una battuta,
una vita di lavoro per nutrire i propri figli.
Sono tutti esempi di vite che trovano un senso
che va al di là della durata della singola esistenza
in quanto divengono parte di altre esistenze,
divengono parte dell'universo.
Questo senso lo possiamo capire se pensiamo
alla gioia e soddisfazione che ci dà rendere felice un'altra persona.
Il sorriso di un bambino,
lo sguardo felice di chi ci ama,
l'affetto di un cane o di un gatto.
Ognuno di noi sperimenta queste sensazioni in modi diversi
ma forse non diamo abbastanza attenzione a queste soddisfazioni
che sono la vera base della vita.
Certo, non veniamo al mondo per avere le fusa di un gatto.
Ma questo scambio di affettività ci aiuta a capire la direzione in cui dobbiamo muoverci.
Le altre cose sono di contorno.
Se investiamo troppo nel successo rischiamo di trovarci soli,
o comunque con gente che non sa ascoltare il nostro cuore.
Chi ha conosciuto gente di successo sa
che non è più felice della gente 'normale'
perché il successo è un piacere della vita,
ma non ne è la ragione e il fondamento.
Ogni successo ne fa desiderare un'altro
e ogni traguardo,
una volta raggiunto,
è diverso da come lo vedevamo.
una volta raggiunta si vede come parte di una catena montuosa molto più grande.
Così un diploma o una laurea
una volta raggiunti divengono un punto di partenza per nuove fatiche.
E' importante riuscire a dare il giusto valore
alle mete che ci prefiggiamo per non rimanere delusi.
Ci sono però delle mete la cui soddisfazione non svanisce con il tempo
ma anzi il loro ricordo è di stimolo per raggiungerne altre.
Sono le mete affettive, le mete in cui creiamo del bene per gli altri.
Il sapere che alcuni conservano un bel ricordo di noi
può essere una delle soddisfazioni più grandi.
Solo le malelingue possono incrinare questi traguardi
anche se nel nostro cuore sappiamo la verità
e così nel cuore di chi ha ricevuto il nostro dono d'amore.
Non a caso il corano considera uno dei peccati più gravi il parlare male degli altri,
dire falsità a danno di qualcuno.
L'altruismo è quindi un elemento importantissimo.
Ma tutti questi milioni di persone
che nei millenni si aiutano a superare le difficoltà della vita,
che senso anno?
Per capirlo dobbiamo allargare ulteriormente il nostro sguardo,
staccandoci dal tempo.
Pensiamo all'umanità,
nel suo insieme di menti unite nei millenni,
unite dai ricordi, dalla storia,
ma anche da qualcosa di più
che sono delle sensazioni che vanno oltre la comunicazione normale.
Si possono avere in varie situazioni.
Si possono trovare nella fede,
ma anche nella condivisione di forti emozioni,
come una partita di calcio internazionale o una grande tragedia.
Queste grandi emozioni ci fanno capire che siamo parte
di un insieme che è un tuttuno
e non dei semplici pezzi singoli scollegati uno dall'altro.
Ma anche leggendo una pagina di un grande poeta o di un filosofo
e nello scoprire che alcune sue paure, alcune riflessioni, sono nostre.
Lui è vissuto molto prima di noi
in un mondo molto diverso
ma ha saputo scrivere le nostre idee in un modo così chiaro
che leggendole ce ne rendiamo conto e capiamo meglio noi stessi.
condividere le idee e le riflessioni del costruttore di una apparecchiatura o di un programma
e sentire in esso le emozioni di chi lo ha inventato
è un modo di oltrepassare i limiti fisici del nostro corpo,
del nostro spazio, del nostro tempo.
Sono sensazioni, piccole rispetto al grande significato della vita,
ma sufficienti a farci capire che l'umanità
è come un grande organismo
di cui ognuno di noi non è altro che una piccola cellula
che si batte per la propria vita,
una piccola cellula che non ha piena coscienza dell'organismo di cui fa parte,
troppo complesso per le sue capacità,
ma che può intuirne l'esistenza e sentirne l'appartenenza.
Più difficile da sentire, ma non per questo meno reale,
è l'appartenenza ad un insieme più grande,
che comprende anche gli animali e le cose.
La teoria della relatività ci ha insegnato che tempo e spazio non sono assoluti.
Una vita può essere un secondo o un milione di anni
e così lo spazio di una galassia
potrebbe essere contenuto nel palmo di una mano
di un viaggiatore prossimo alla velocità della luce,
il quale potrebbe osservare l'evolversi delle stelle in pochi secondi,
secondi che per noi sono miliardi di anni.
Aumentare la velocità infatti comporta un rallentamento del tempo
ma anche un aumento delle dimensioni,
secondo una equazione molto simile,
al cui denominatore c'è sempre (c-v) al quadrato.
Quando la nostra velocità v è molto vicina alla velocità della luce c,
il denominatore si avvicina allo zero e quindi il rapporto tende all'infinito,
ovvero tempo e spazio diventano infiniti.
Anche il nostro universo
potrebbe essere parte di qualcosa immensamente più grande.
Ma non è nei limiti dell'universo che troviamo il senso della vita.
Piuttosto nell'insieme dell'universo.
Questo insieme praticamente eterno a cui noi apparteniamo è il senso della nostra esistenza,
esistenza che non avrebbe senso se non appartenesse a qualcosa di più grande.
Che senso avrebbe nascere e morire in una ampolla di vetro senza nessuna interazione con l'universo?
Così la nostra vita trova il suo senso proprio nella interazione con l'universo circostante.
Interazione che ci appaga e rende felici quando è un interazione d'amore.
La soddisfazione del potere distruttivo non è mai appagante
ma è come una malattia,
un cercare soddisfazione nella direzione sbagliata.
Solo l'amore può dare un senso alla vita,
solo l'amore può riempirla.
Vivere serve per imparare ad amare.
Forse in Paradiso si va quando si ha imparato ad amare.
Per questo il Paradiso è bello.
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