Il tuo schiavo
(Al di là del cuore 047)
Mi sono offerto a te
Come schiavo.
Volevo alzarti
Dalla tua condizione
A regina
Della mia vita.
La mia obbedienza
E devozione
Potevano essere un messaggio di infinito amore
Su cui poteva crescere
La tua grandezza
E forse
La tua felicità
Di essere amata.
Per esaudire i tuoi desideri
Ma anche
Per dare un senso
Ad una vita
Che se non viene donata a qualcuno
Non ha senso di esistere.
La tua felicità
Poteva essere il mio scopo
Il mio obiettivo
Per cui vivere
Ed anche morire.
Ho preso il mio cuore
E te lo ho offerto
Ma hai creduto che fosse un frutto
Come gli altri
Da cogliere
Assaggiare
E poi gettare.
Il mio cuore gettato
Sotto le piccole cose
Delle tue giornate.
Calpestato dalla indifferenza
Ha dovuto sottrarsi
Alla tua volontà
Per non morire inutilmente
Come un piccolo insetto
Schiacciato
Senza uno scopo
Senza la minima attenzione.
Lontano
Lontano
Milioni di chilometri da te.
Forse ora ti rendi conto
Che fra le tue braccia
C’era qualcosa di prezioso.
Forse ora
Ti manca
La dolcezza
Dell’eterno amore.
Ma se fossi rimasto
Sarei morto inutilmente
E solo sfuggendo per morire lontano
Solo
Con infinito dolore
Posso forse
Far intravedere
La tenue luce del mio infinito amore
Mentre mi spengo
Come una stella
Che muore in una lontana galassia
O come una piccola scintilla
Che dal fuoco del caminetto
Sfugge in alto nel camino
Per spegnersi da sola nel buio
Vista solo un attimo prima che morisse.
Così lascio ogni cosa,
ogni gioia,
ogni attenzione per il mio corpo
della cui fame o del cui dolore
non mi interesso più
senza dare attenzione nemmeno al futuro della mia anima
consapevole del fatto
che non c’è futuro
ne in questa vita,
ne dopo la morte,
se nel presente
il nostro amore
non è riuscito
a far nascere
qualcosa di nuovo
in qualche cuore.
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