Navigatore solitario
(Al di là del cuore 045)
Navigatore solitario
Nel mistero delle sensazioni umane
Sono diventato.
Abbandonati gli ormeggi
Degli amici
E dei sogni di grandi amori.
Osservo da lontano le luci a riva
Che si inseguono cercandosi senza trovarsi.
E vorrebbe trovare chi offre amore senza chiedere
Ma nessuno lo trova
Perché nessuno è disposto a darlo.
Ho navigato solitario vicino a riva,
luci spente,
imbarcazione nera e triste,
ma dentro
una tenue luce
appena visibile
come una candela attraverso le tende
di una vecchia finestra.
Ma quella luce era la porta
Verso un nuovo mondo,
senza egoismo.
Mi avvicinavo ed offrivo la mia luce
Dolcemente
Senza chiedere niente.
Cercavo il cuore
Nascosto nella selva dei desideri
E delle paure di non farcela.
Ma nessuno, nessuna,
ha lasciato gli ormeggi
del rassicurante egoismo
per navigare anche solo per un attimo
con chi gli offriva la vita
in cambio
di un abbraccio vero.
Ora navigo solitario
Allontanandomi dalla riva.
Una piccola luce in mezzo al mare
Come un oasi nel deserto
Forse un miraggio per qualcuno
O forse un sogno troppo bello per sognarlo per molti.
Non sono certo io ad essere speciale
Ma è speciale ciò che cerco di vivere.
Nulla voglio più per me stesso
Se non la possibilità di offrire
Il mio amore fraterno e incondizionato.
Sincerità e purezza sono essenziali per poterlo accogliere
Ma ciascuno è aggrappato al piccolo scoglio
Del proprio egoismo.
Ma che tutte svaniranno con noi nella nostra tomba.
E per queste piccole cose
Ci lasciamo sfuggire la possibilità
Di costruire un grande amore
Che vada oltre il tempo
Oltre lo spazio
Oltre l’universo.
E così moriamo inutilmente
Nel breve intervallo che ci è dato di vivere
Senza lasciare niente di eterno.
Una vita normalmente inutile
Ed infinitamente piatta.
Quando bastava non volere niente
Per avere la piena gloria
Come un martire
Che rinunciando al proprio corpo
Rende eterna la propria memoria.
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