Sabato, tempesta
(Al di là del cuore 030)
E’ sabato notte, quasi l’una.
Sono a letto e fuori tempesta.
Ma non mi tocca, non ho paura più di niente.
La tempesta, quella vera, è dentro di me,
dentro il mio cuore.
Una vita passata cercando l’amore,
pensando che l’amore è il senso della vita,
l’unica ragione di essere.
Ma ora, sono qui solo con il mio dolore.
Dieci anni di vita passati con una moglie
Che ha deciso di cercare di amarmi solo alla fine
Quando ormai era troppo tardi.
Poi cinque anni con una donna
Che non ha saputo amarmi.
Fedeli e sinceri.
Ma poi, quando ho chiuso la mensa da cui attingevano
Sono spariti
E chiusi nel loro egoismo
Mi hanno visto soffrire e gemere
Senza fare niente.
I più buoni sono riusciti a dirmi: mi dispiace.
Ma io sono morto
Sotto i loro occhi
Con dolori atroci
In una agonia durata cinque anni.
Ora sono barricato tra casa e lavoro
Castrando ogni mio sentimento
Ogni desiderio
Ogni dolore
Ogni attimo.
Sfuggo da chiunque mi conosca
Non esistono più amici
Ne parenti
Ne speranze.
Sembro vivo
Ma non credo più in niente.
Per questo
Questa notte
I lampi ed i tuoni che colpiscono la mia casa
Mi lasciano indifferente.
Ora la tempesta si allontana
Ma il mio cuore
Soffre solo un po’ meno
Perché assopito dalla perdita del sangue
Versato in queste righe.
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