Stanza fredda
(Al di là del cuore 040)
In questa stanza fredda e buia
Riscaldata dalla luce di una candela
In un letto umido e solitario
Giaccio
Con i miei pensieri
Ed i miei dolori.
I figli sono usciti
Ancora con la voglia di vivere
Dopo aver perso la mamma
Ed aver subito 4 anni di tirannie
Di una nonna perfida che voleva separarci.
Abbiamo vinto
Ma la guerra ci ha dissanguato
E svuotato.
Mi ha tolto il tempo
La serenità
La fiducia
Gli amici
I soldi.
Sono ora costretto a fare il doppio turno.
16 ore di lavoro più 3 di viaggio,
senza respiro
senza più nessun ritegno
nessuna compassione
nessuna pietà
verso me stesso.
Mi autonego ogni cosa
Per necessità
Ma anche per annientare definitivamente
Ogni mio desiderio
Ogni mia voglia di vivere.
E’ passato il tempo,
troppo tempo senza poter agire.
I sogni di mille progetti
Di vita con i miei figli
Sono svaniti.
Non c’è più tempo per fare ciò che non si è fatto.
E anche se si avesse di nuovo il tempo
I sogni appartengono ormai al passato
I figli sono cresciuti
E non si può dargli ora l’acqua vitale
Di cui avevano bisogno durante la crescita.
Così loro sfuggono
Come sfugge l’ultimo alito di vita dal mio corpo
Inanime in questo letto
Con la compagnia di una candela
Ed una tastiera su cui riversare il mio cuore.
Abbiamo fatto una guerra
Per poter vivere
Ma abbiamo vissuto la guerra
Invece di vivere la vita.
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