Ritornato
(Fede per te 044)
Eccomi!
Sono tornato!
Il viaggio è andato benissimo,
sia per il lavoro che per la gente.
Ritrovate vecchie conoscenze
con il piacere di scoprire
che gli anni passati senza vedersi
non hanno allentato i legami.
Tutto come avevo lasciato nel 2004,
abbracci e saluti,
ricordi di emozioni condivise
a volte espressi anche solo con uno sguardo
che però può raccontare una vita.
raggiungendo un grande obiettivo,
quello di rimettere in funzione la raffineria.
Non è stato facile,
ma ognuno ha fatto la sua parte,
ha messo il suo impegno
e cercato di superare i propri limiti
e le proprie paure.
Pochi mesi prima c'era stata una esplosione
che aveva bloccato l'impianto per più di sei mesi.
I pezzi erano arrivati fino a 5 km di distanza
e c'erano stati diecine di morti.
Ripartire non era facile,
ma non si può fermare il mondo.
Ma nelle paure del lavoro si intrecciano anche quelle personali.
la paura di affrontare le situazioni.
Ognuno reagisce in modo diverso,
chi cerca di evitare le responsabilità,
chi inventa delle scuse per non andare avanti,
chi scappa,
chi se ne frega e lascia fare tutto agli altri
come se lui non centrasse.
Ma ognuno alla fine avrà dato il suo contributo.
E ognuno ha una storia diversa,
io lavoro sul computer nella sala di controllo
assorbito dai grafici delle temperature
mentre la gente intorno a me vive
con il ricordo del passato.
Più della metà delle persone sono orfani della resistenza,
mi portano le foto dei genitori uccisi dai Francesi
negli anni 60 quando l'Algeria ha conquistata la sua libertà
pagandone il prezzo con 8 milioni di teste tagliate dai Frnacesi.
Io osservo i loro volti, scannerizzo quei ricordi di sofferenza
e stampo, quasi di nascosto, con la stampante laser a colori
fornita per sfornare bellissimi grafici,
trasformata in un modo per ingrandire e copiare
quei ricordi gelosamente custoditi,
unico pezzo rimasto dei loro padri,
di un popolo trucidato senza essere scritto nei libri di storia
senza essere ricordato.
In nessuna scuola italiana,
in nessun libro di testo,
c'è una foto di quel passato così recente e terribile.
La stampante stampa centinaia di volti
per questi uomini
che rimasti orfani da piccoli
per la libertà,
hanno poi subito il terrorismo
e solo ora vedono all'orizzonte
l'alba dopo una notte interminabile.
E' un popolo che a fatica si risolleva,
grazie al petrolio
e al sangue versato per la libertà.
Io ho la mia croce personale che anche se non è leggera
non oso paragonarla alla loro,
ma forse è abbastanza grande
per permettermi di capire cosa loro sentono
senza il coraggio e la forza di dirlo
ad un mondo
che vuole ignorarli.
Ed è per questo che nel 2004 ho digiunato con loro
osservando il Ramadan mussulmano
per condividerne la sofferenza
e la gioia di farcela
insieme.
Ed è proprio stato durante il Ramadan
che discutevamo di cosa fare
e che alla fine
insieme
siamo riusciti a vincere
ed insieme poi abbiamo potuto festeggiare
un altra piccola vittoria dell'Algeria
verso un futuro migliore,
verso la vita,
senza l'orgoglio di aver fatto tanto o poco
ma con l'umiltà
di averci provato
e di esserci riusciti
non con la forza
ma con il desiderio di averci messo il cuore.
Postato da: FedePerTe DOMENICA, 29 APRILE 2007 - 01:00
~Nu
#2 30 Aprile 2007 - 12:55 Ben tornato Fede
~Un
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